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Pensare ai problemi

L'associazione "On the road" cerca di lanciare qualche proposta per arginare e controllare il problema della prostituzione. A questo punto, dopo anni di inattività amministrativa sull'analisi del fenomeno e relative soluzioni, bisognerebbe iniziare a sperimentare dei rimedi. Nella peggiore delle ipotesi potrebbero non funzionare, ma sarebbe comunque meglio di star fermi a guardare.

Commenti

  1. Penso sia un ottima idea, un passo nella giusta direzione.
    Creare una zona controllata, migliora la sicurezza dei cittadini, ma anche delle operatrici del settore.

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  2. meglio i centri commerciali del divertimento.

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  3. beh si, i casini sarebbero decisamente meglio.

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  4. Ho l'impressione che questa storia buonista delle prostitute-schiave stia andando oltre i limiti dell'accettabile. Se procediamo ancora con gli alibi finiremo col creare una categoria privilegiata.
    E' ora di farla finita: si legalizza l'attività, la si fiscalizza, le operatrici del settore (anche autonome, senza necessariamente costringerle nei bordelli) si sottopongono a regole legali e sanitarie precise e severe (come succede in ogni attività di tipo "sensibile"), si proibisce l'esercizio della "professione" in luoghi pubblici.
    E per le eventuali "abusive" si procede come per tutti gli altri "abusivi": finti clienti come per i finti medici, i finti consulenti, e così via. E se il finto cliente deve acquisire la "prova", il costo di quest'ultima è a suo carico (così si evita che tutti i carabinieri chiedano l'accorpamento nella buoncostume).
    Altrimenti cominciamo con le prostitute e finiamo con gli spacciatori: zone franche per lo spaccio della droga... anche i piccoli spacciatori spesso sono vittime schiavizzate!
    E poi, gli ultras? Perchè non istituire uno "zoning" apposta per loro per evitare conflitti con i tifosi comuni? Ogni domenica, a turnazione, un paio di stadi dove si conceda loro di scannarsi in tutta libertà.

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  5. Questo si chiama parlare. Sono completamente d'accordo con la valutazione dell'ultimo anonimo. Certe associazioni non sono altro che il principale vettore di questo buonismo.

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