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Visualizzazione dei post da ottobre, 2011

Cosa succede fuori

Comunque vada, oggi, al nostro Paese accadrà qualcosa di epocale. L'Europa ha messo lo sconclusionato Governo Italiano alle strette per fare in mondo che prenda seri provvedimenti per la crescita per evitare di piombare in una situazione troppo simile a quella greca. Comunque andrà, crisi di governo o soluzione di facciata, le cose cambieranno. Cambieranno perché Berlusconi ha dimostrato di essere incapace di dettare una linea, perché il suo Governo è fondato su rapporti di potere basati sul ricatto e soprattutto perché il mondo ha perso definitivamente fiducia in lui, anche dopo essersi sforzato di ignorare quelle che molti ancora si ostinano a definire "faccende private". Si chiude finalmente un ciclo  ma non solo quello berlusconiano, finisce anche quello dei politici della vecchia guardia come Fini che non sa più dove guardare o come Casini e Bersani che cercano un' innaturale apparentamento. Dall'altro lato però succede l'unica cosa interessante che a

L'arte del farsi rieleggere

Mauro Crocetta è stato un poeta, drammaturgo e scultore, nato in provincia di Foggia e morto a Martinsicuro dove oggi la sua memoria è tenuta in vita dall'omonima Fondazione Crocetta su iniziativa personale di un proprio congiunto. Il nome di questo artista è legato alla nostra città solo da una questione di residenza e niente di più. Niente di più fino ad oggi. Con l'avvicinarsi della campagna elettorale si fa più pressante l'intenzione di Massimo Vagnoni di allestire all'interno dell'Antiquarium cittadino una mostra permanente dedicata appunto alle opere del talento pugliese.  L'iniziativa è senza dubbio nobile e lodevole, come è sempre lodevole incentivare ed esaltare cultura e spirito creativo, però non è comprensibile come possa essere logico occupare l'ultima sala libera della Torre Carlo V per un'esposizione di arte contemporanea quando l'intera struttura è dedicata interamente alla raccolta e allo studio archeologico del nostro territorio

Le tasse nascono per il bene collettivo

Tralasciando per un momento l'utilizzo disinvolto che di solito viene fatto dei proventi delle imposte, l'applicazione di una tassa di soggiorno non dovrebbe essere vista come un male dagli albergatori. Quei soldi, infatti, dovrebbero essere destinati proprio a potenziare i servizi e prendersi cura del territorio. Un turista, in fondo, è ben felice di spendere cinque o dieci euro in più se è consapevole che quei pochi spiccioli contribuiranno comunque a garantirgli un soggiorno di qualità migliore. Piuttosto le associazione di settore dovrebbero dedicarsi maggiormente a fissare i propri standard di accoglienza ai livelli di quelli di marche ed emilia romagna, tenendo conto che la crescita delle proprie imprese è   strettamente vincolata alla crescita del territorio in cui operano. Qualcuno dovrà prima o poi spiegarglielo.