L'associazione "On the road" cerca di lanciare qualche proposta per arginare e controllare il problema della prostituzione. A questo punto, dopo anni di inattività amministrativa sull'analisi del fenomeno e relative soluzioni, bisognerebbe iniziare a sperimentare dei rimedi. Nella peggiore delle ipotesi potrebbero non funzionare, ma sarebbe comunque meglio di star fermi a guardare.
L'impressione è che la storia di traffico e sottopassi stia mettendo in secondo piano problematiche urgenti e confronti politici decisamente più rilevanti.
Penso sia un ottima idea, un passo nella giusta direzione.
RispondiEliminaCreare una zona controllata, migliora la sicurezza dei cittadini, ma anche delle operatrici del settore.
meglio i centri commerciali del divertimento.
RispondiEliminabeh si, i casini sarebbero decisamente meglio.
RispondiEliminaHo l'impressione che questa storia buonista delle prostitute-schiave stia andando oltre i limiti dell'accettabile. Se procediamo ancora con gli alibi finiremo col creare una categoria privilegiata.
RispondiEliminaE' ora di farla finita: si legalizza l'attività, la si fiscalizza, le operatrici del settore (anche autonome, senza necessariamente costringerle nei bordelli) si sottopongono a regole legali e sanitarie precise e severe (come succede in ogni attività di tipo "sensibile"), si proibisce l'esercizio della "professione" in luoghi pubblici.
E per le eventuali "abusive" si procede come per tutti gli altri "abusivi": finti clienti come per i finti medici, i finti consulenti, e così via. E se il finto cliente deve acquisire la "prova", il costo di quest'ultima è a suo carico (così si evita che tutti i carabinieri chiedano l'accorpamento nella buoncostume).
Altrimenti cominciamo con le prostitute e finiamo con gli spacciatori: zone franche per lo spaccio della droga... anche i piccoli spacciatori spesso sono vittime schiavizzate!
E poi, gli ultras? Perchè non istituire uno "zoning" apposta per loro per evitare conflitti con i tifosi comuni? Ogni domenica, a turnazione, un paio di stadi dove si conceda loro di scannarsi in tutta libertà.
Questo si chiama parlare. Sono completamente d'accordo con la valutazione dell'ultimo anonimo. Certe associazioni non sono altro che il principale vettore di questo buonismo.
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