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La loro scuola e la nostra società

Non nascondiamoci dietro un dito. L’attuale governo Berlusconi, come già i precedenti, punta alla privatizzazione della scuola. Cioè vuole fare con le scuole private ciò che già avviene con le cliniche private. Brutalizzando il concetto in un'unica espressione: i finanziamenti sono pubblici ma i guadagni sono privati.
Dunque tutte le manovrine che il ministro Gelmini si preoccupa di difendere hanno il solo scopo di indebolire la capacità di istruzione della scuola pubblica spingendo le famiglie (sempre alla ricerca del meglio per i propri figli) a trovare istituti migliori e se poi queste scuole sono private, non fa di certo differenza.
Il governo sta semplicemente creando una nuova domanda simile ma diversa da quella che fino ad oggi poteva essere soddisfatta dalla scuola pubblica. Vogliono spingerci a diventare consumatori di un servizio che in pratica già abbiamo.
Poi, in tutto questo apparato di idiozie montate insieme come un carro allegorico, ci stanno anche le venature di follia proposte dalla lega come quella della creazione di “classi-ponte” per studenti stranieri utilizzando il pretesto che la loro presenza possa rallentare lo sviluppo del programma.
La lega, in fondo, fa ciò che i suoi elettori si aspettano ovvero sdoganare il razzismo facendolo passare per una normale pratica di difesa della cultura nazionale, ma in un piccolo centro con forte immigrazione come Martinsicuro la messa in pratica di questa mozione fuori da ogni logica comporterebbe la nascita di tensioni ed isolamenti fino ad oggi evitati grazie alla scuola, unico motivo di socialità trasversale a ceti e culture.
Ora bisogna solo sperare che qualcuno caldeggi anche la nascita di “Camere-ponte” dove i deputati che non hanno ancora fatto pace con il cervello possano imparare come funzionano le cose quaggiù in questa landa desolata che noi tutti continuiamo ostinatamente a chiamare realtà.

Commenti

  1. Sono passati 18 anni da quando ho terminato gli studi ed è pazzesco osservare che le cose non cambiano mai.
    Anche allora i professori usavano gli studenti per difendere i loro posti di lavoro (meritati?) e i loro "privilegi" (pochi, ma da difendere).
    Questa mattina ascoltavo una trasmissione in cui ho sentito parlare di DOVERI e DIRITTI.
    Quando, professori e insegnanti, spiegheranno ai ragazzi che oltre ai diritti ci sono anche i doveri, e che i diritti sono per TUTTI sia per chi sciopera che per chi non sciopera.
    Quando i professori ricominceranno a fare il proprio lavoro riprendendosi l'autorità che meritano e che non quadagneranno sicuramente mettendosi a capo di un gruppo di ragazzotti senza voglia d'impegnarsi?
    Smettiamola di rubare il futuro a questi ragazzi, diciamogli la verità: il futuro sarà quello che saranno capaci di creare con impegno e sacrifici, senza sprecare tempo dietro a insegnanti in menopausa e frustrati.

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  2. Il mio motto è da sempre "Testa bassa e lavorare", ma lavorare non fare "finta"!! Non parlo così perchè io non ho il diritto di scioperare o avere dei sindacati di categoria (e vi posso assicurare che le cose funzionano di gran lunga meglio). E' sin troppo facile aizzare gli studenti contro lo Stato per chi giornalmente al posto di insegnare inculca le proprie idee politiche agli alunni. La maggior parte dei giovani a cui chiedevano perchè scioperavano, ovvero occupavano dei luoghi pubblici, NON SAPEVANO NEANCHE IL MOTIVO. E' un modo come un altro per marinare la scuola. Quando andavo a scuola si marinava in primavera per un'escursione al mare, a Fregene, oppure al centro a Piazza di Spagna, via del Corso ecc., invece ora si occupano le scuole, gli atenei per "protestare". Mi ricordo che quando c'erano seri problemi che interessavano noi studenti, non ho mai visto professori scendere in piazza. Di contro quando toccano gli "intoccabili" vanno bene anche le guerre civili. VERGOGNA!! E' scandaloso poi accertare che in Italia ci siano più bidelli che Carabinieri. Oltretutto, nella maggior parte dei casi, ci sono imprese private che si occupano della pulizia delle scuole. Mi auguro che vengano toccate anche altre "caste" che ricevono finanziamenti a dismisura che vengono poi sperperati e trafugati nei modi più impensati. Per non parlare del Sistema Sanitario nazionale. Non è possibile che sia stata distribuita una scheda magnetica sanitaria e che continuiamo ancora ad andare in giro con ricette in carta che vengono falsificate per rubare i contributi statali. Basterebbe creare un account per utente ed il medico, lo specialista, andrà lì ad inserire l'appartenenza o meno a determinate categorie esentate ed il diritto ad avere o meno prestazioni, medicine ecc. ecc. Ci sarebbe senz'altro più controllo, meno code e meno ladroni (la storia insegna.....)!!! ...Oggi mi sento ottimista...!!!

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  3. Manifestare il proprio dissenso è giusto anche se è inevitabile che qualcuno cavalchi la protesta.
    Quello che mi fa tristezza è la repressione fisica e psicologica che si sta mettendo in atto. Si ha l'impressione che se qualcuno la pensa diversamente dal governo sia un bastardo traditore della patria quando invece sta esprimendo semplicemente la propria opinione.
    Il ministro Gelmini poteva incontrare le associazioni degli studenti e insegnati molto tempo fa ma ha aspettato che la protesta montasse fino a diventare un caso di cui la gente è disgustate (merito di giornali e tv). Ora che i cittadini invocano una soluzione rapida sarà facile per il governo affrontare studenti ed insegnanti godendo di largo consenso pubblico.
    Fatelo funzionare sto cervello!

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  4. ASmadROmaX le cliniche private prendono i rimborsi semplicemente autocertificando di aver curato un tot di pazienti. la spesa per le tasche dei contribuenti è di miliardi di euro e tutto per colpa dell'avidità di qualche imprenditore....

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  5. Secondo me, ridurre un po' il numero di maestri e professori in quello che è un oceano di addetti, non sarebbe poi una così gran brutta cosa. In fondo in tutti i campi lavorativi succede di dover essere licenziati.....Forse però si dovrebbe fare in modo che ad essere "eliminati" siano quei professori e quei maestri che non svolgono bene il proprio lavoro, che non stanno al passo coi tempi e che non riescono a trasmettere il loro sapere agli studenti, almeno a quelli desiderosi di apprendere.
    Per quanto riguarda gli scioperi, ricordo che ai miei tempi, andando a scuola e passando davanti ai due licei di San Benedetto, un giorno sì e uno no gli studenti erano fuori a reclamare qualcosa... Ed io, diretta presso la mia scuola privata (imposta, non scelta da me, come poteva capitare a qualcuno all'incirca venticinque anni fa...)mi dicevo che per la maggior parte dei partecipanti era solo un modo per evitare di impegnarsi nello studio almeno per quel giorno: la stessa cosa la penso oggi.
    La classe-ponte? Io non la vedo affatto così famigerata e simbolo di razzismo: è solo un nuovo spunto di strumentalizzazione. E lo dico perchè con 2 figli, soprattutto durante le elementari, ho potuto vedere quante volte bambini immigrati, soprattutto cinesi, entravano a far parte delle classi di loro spettanza, in base all'età, senza spiccicare una sola sillaba di italiano. Già allora noi genitori ci chiedevamo come mai non si mettessero in grado prima, di poter capire ed esprimersi anche solo con il minimo necessario. Non è che l'integrazione avvenga solo usando il linguaggio del corpo.... Del resto se io mi trovassi in un'altra Nazione a studiare e non conoscessi affatto la lingua, non credo che riuscirei ad imparare granchè seduta al mio banchetto tra gli altri alunni, con tutta la buona volontà.

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  6. Condivido l'articolo di apertura. Io sono una Insegnante che lavora in una delle Scuole primarie di Martinsicuro.Amo il mio lavoro ed ho anche subordinato ad esso la mia famiglia, e come me altri miei colleghi e colleghe.
    Io non mi ritrovo professionalmente tra quei “fannulloni” di cui parla Brunetta e soprattutto mi sento depauperata come persona quando si generalizza senza conoscere.
    E’ pur vero che nella scuola ,come in tutti gli ambienti di lavoro,ci sarebbero cose da “risistemare”…a partire anche dalle strutture,dagli edifici per poi approdare ad altro.
    Vivo la scuola come la mia vita,ho scelto questo lavoro non perché affetta da fannullonismo ma perché ci credo.
    Se la classe docente è in subbuglio non è perché si ritiene una casta, ma perché è cosciente di ciò che sta succedendo e di cosa succederà nel prossimo futuro…ma il futuro è già qui.
    Chi ha detto che gli insegnanti di sostegno non sono diminuiti?Venite a controllare come abbiamo dovuto compensare a Martinsicuro.
    Chi ha detto che il numero delle classi non sono diminuite? Venite a contare quanti alunni abbiamo nelle nostre classi o in quelle delle medie.
    Badate bene che qualche decennio fa c’erano classi con 30 e più alunni , la scuola si faceva lo stesso ma quanti di quei alunni hanno avuto la possibilità di studiare e magari con azioni mirate avrebbero potuto?
    Negli ultimi tempi ci siamo scoperti tutti bravi economisti,tutti bravi esperti di scuola,tutti bravi esperti di tutto.
    Io non sono esperta di economia ( anche se…)e non offro ricette facili,ma conosco la scuola!
    Una società progredisce se ha l’istruzione,se ha formato le intelligenze,se ha creato capitale sociale e umano.
    C’è un famoso economista americano che già da qualche anno parla della società dei 5/5.
    1/5 di essa dovrebbe detenere conoscenza, informazioni potere economico,politico e istruzione
    3/5 di questa società dovrebbe solo consumare
    La restante quinta parte dovrebbe essere il “materiale di risulta” cioè i barboni.

    Ora mi chiedo,chi di noi farebbe parte del primo quinto a Martinsicuro, a Colonnella o in Abruzzo?Vi posso garantire NESSUNO

    Chi di noi faceva parte dell’unità frazionaria di centro? TUTTI se parliamo al passato
    E chi invece dovrebbe far parte dell’ultimo quinto? TUTTI NOI che non possiamo più consumare per ovvi motivi,che non potremmo mai ambire a salire sul tetto del primo quinto. Tutti siamo parte integrante dell’ultimo quinto.
    Allora l’unico diritto che io come insegnante posso e voglio garantire ai miei alunni,ai miei figli è L’ ISTRUZIONE.

    Bisogna risparmiare? Certo. Ma non si può tagliare i viveri a chi già sta morendo di fame. Non so se sono chiara.
    Mi piacerebbe fare un sondaggio su quante persone in Italia hanno negli anni usufruito di pensioni di invalidità e di altro genere senza reali motivi.
    Su quante persone in Italia hanno percepito la classica “disoccupazione” e nel frattempo hanno lavorato in nero.
    Su quante persone con attività privata non rilasciano ricevute o fatture…insomma sarebbe un bel sondaggio.

    Ecco dove stanno i soldi che “la scuola” avrebbe consumato .

    Pensiamo a cosa succederà con il federalismo,con le fondazioni che dovrebbero sostenere le spese delle scuole.
    Mi chiedo,quali fondazioni hanno fino ad ora investito sull’istruzione in generale e su quella di Martinsicuro nello specifico? NESSUNA.( e i nostri passi li abbiamo fatti)
    Succederà che il nord-est povero di insegnanti ( perché al nord-est si lavora più che studiare)avrà forse fondazioni , imprese e altro che investiranno sulla scuola .
    Nel frattempo Noi mendicheremo invece richieste ai genitori.
    Di contro è ovvio che pulluleranno le scuole private,non quelle che conosciamo noi ma quelle per pochi intimi. Questi pochi saranno in grado di “consigliare” ai docenti cosa e come insegnare e quali valutazioni dare.
    Avremo così con buona pace del laisser faire una ottima classe di dirigenti

    La scuola è di tutti,anche di chi apprezza la pseudo-riforma .

    La scuola è un diritto dei bambini ed è un diritto dei genitori che vogliono garantire un futuro ai loro figli anche se poi dovessero questi ultimi divenire non medici ma ottimi muratori o meccanici.
    La scuola è di supporto alla famiglia e spesso anche agli altri servizi presenti sul territorio.

    La scuola è un dovere degli insegnanti perché solo attraverso loro e la loro PROFESSIONALITA’ possiamo sperare che i nostri figli possano imparare a leggere e capire tra le righe.

    Domenica Lupi

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  7. rileggendo trovo errori,perdonatemi.La fretta e l'argomento spesso non vanno a favore della forma.
    Domenica Lupi

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  8. Chi si prende la briga di dire al berlusca, recordman del "sono stato frainteso", indaffarato nel suo interventismo che l'istruzione è un diritto. Si taglia senza riformare, si sviliscono le professionalità buttandola sul qualunquismo dei nullafacenti,
    la si impoverisce invece di rafforzarla.
    Sono solidale con Domenica, il tuo è un grido sincero di chi non ci sta.

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  9. brava brava brava
    sono solidale con Domenica

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  10. Asmadromax prima di scrivere su questo blog dovrebbe avere il buon senso di andare a leggere cosa prevede il decreto della ministra Gelmini. Forse,dopo, potrebbe essere in grado di sostenere una discusione serena sul perchè della crescita del movimento di protesta di insegnanti, studenti e personale ATA. Il decreto Gelmini prevede solo pesanti tagli che serviranno ad affossare definitivamente la scuola pubblica in favore di quella privata, per cui chi ha i soldi potrà istruirsi e chi non ce li ha resterà ignorante. Non aggiungo altro perchè condivido totalmente l'intervento di Domenica Lupi.

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  11. anche se di solito non spreco il mio tempo con gli anonimi deve purtroppo ammettere di non aver letto il testo integrale per impegni connessi al mio lavoro. Non è una scusante.Perdonatemi lo stesso.Poi ministro è il ruolo, indipendentemente da chi lo interpreta quindi "ministra" è un pò orribile. Ritornando al Ministro Gelmini, sono convinto che qualcosa andava fatto. Questo esecutivo si è preso la patata bollente di mettere le mani su un sistema ormai superato, dove chi ha avuto la "fortuna" (per non dire altro) di avere il "posto fisso", si tiene stretta la poltrona e non si smuove neanche a cannonate. Si vedono così impiegati delle Pubbliche Amministazioni logori dal tempo che si trascinano senza più motivazioni solo per arrivare ad avere il top della pensione. Ci sono poi i soliti e pochi cogl... che portano avanti la "baracca" e vengono anche derisi. Ritorniamo a noi. Bisognava comunque contrastare il fenomeno del "bullismo" come lo chiamano i mass media, sicuramente non sarà l'introduzione del voto in condotta decisivo ai fini della promozione a farlo ma chi può dirlo..??? Le disposizioni sui libri di testo penso siano più favorevoli agli studenti che utilizzeranno solo quelli che l'editore si sia impegnato a mantenerne invariato il contenuto per cinque anni. Per il resto il problema di fondo è che gli impegati pubblici vorrebero lavorare a circa 4 al massimo 5 o per assurdo a 15 minuti di distanza dal proprio paese per poter arrivare al posto di lavoro. Io sono abbastanza fortunato lavoro a circa 220 km dalla mia città. Ci sono miei colleghi che si trovano anche a 700 km. Io sono sempre stato molto fortunato. Questo per dire che ci sono posti dove il rapporto professori alunni e molto alto ed in altri è esattamente il contrario. Però di allontanarsi ed anadare ad insegnare in un'altra Regione non se ne parla neanche. Dopo questo post e dopo aver letto (seppur a grandi linee) il Decreto Gelmini sono convinto ancora più di prima della necessità di una riforma ed il mio appoggio incondizionato a quella in atto. Saluti al blog, ai blogger (tranne a quelli anonimi)ed in particolare a Gibo che ha postato una cosa a me sconosciuta!!!

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  12. Per me sono passati 24 anni da quando ho terminato gli studi ed è pazzesco osservare che le cose non cambiano mai!
    Condivido quanto ha detto ANONIMO 1.
    Tutti promossi e tutti asini!!!

    Forse ora è la volta buona per cambiare:
    ritorno ai voti, ritorno alle bocciatura, anche per la condotta, ritorno allo studio dell' Ed. Civica.

    Quanto ai tagli si tagli pure... tutto ai fannulloni e agli ignorantoni di cui è piena la P.A. Italiana che vivono da parassiti alle nostre spalle senza che nessuno gli torca un capello (guai a farlo, esibiscono il tesserino di tutti i sindacati a cui sono iscritti) - "ED IO PAGO" ...

    Chi lavora ed è onesto penso non abbia nulla da temere.

    E' soprattutto questo che dobbiamo insegnare ai nostri figli, altro che scioperi ad uso e consumo di qualche sindacato ...pappone.
    Scusate ma mi viene il voltastomaco a rivivere le situazioni del Sessantotto (che non fa onore a nessuno nenche a coloro che han ottenuto il 6 politico).

    ANONIMO ROB

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  13. Con tutta la serenità di questo mondo mi viene da dire che forse state guardando dalla parte sbagliata. Riflettete un minuto.
    Il punto non è cacciare un pò di professori o maestre, sarebbe semplicistico ridurre tutto a questo. Il punto della questione sono gli enormi tagli praticati dalla finanziaria che ha tagliato i finanziamenti alla scuola ed da aumentato quelli ai giornali (per dirne una).
    Attualmente uno studente italiano dopo aver completato con successo un percorso di studi lunghissimo e pieno di sacrifici (spendendo almeno 100mila uro) si ritrova in una specie di vuoto pneumatico che non gli consente di far valere le capacità e le conoscenze acquisite.
    Per capirci il pezzo di carta italiano (anche con 110 e lode) non vale come il pezzo di carta francese, tedesco o americano. Perchè una volta finita la scuola non c'è un posto nella società per persone preparate?
    é su questo che bisogna aprire il dibattito e lavorare! Semmai una reazione onesta sarebbe quella di aumentare e migliorare gli investimenti per garantire un futuro migliore ai nostri figli. Abbiamo bisogno di nuove generazioni di eccellenze capaci di guidare il futuro del paese e non di giornali che dicono ogni giorno cosa pensare.

    Luca

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  14. Se la scuola è oggetto di discussione vuol dire che non è un argomento logoro ma che ancora suscita emozioni forti e contrastanti.
    Ovviamente le opinioni sono diverse,non tutte concordanti ma vanno tutte rispettate.

    Si può affrontare l’argomento dal punto di vista dei genitori,dal punto di vista dei bambini ma anche dal punto di vista degli insegnanti. Tutti potremmo avere ragioni da vendere ma è ovvio che molte cose vanno chiarite.
    La lettura esterna potrebbe sembrare inadeguata,sbagliata,soggettiva…questo perché? Perchè ovviamente nessuno di noi è tuttologo,perché ognuno di noi conosce bene i punti forza e di debolezza del proprio lavoro e della propria professione e nel contempo valuta il lavoro degli altri attraverso percezioni ed esperienze più o meno negative e/o positive
    Non ritengo tutto ciò una colpa. Se la lettura esterna non è perfettamente giusta il demerito è solo della scuola
    Sembrerà strano che una insegnante che dovrebbe “aggrapparsi”ai propri privilegi parli in questi termini della scuola,eppure è così.
    Conosco i punti di forza e di debolezza del nostro sistema scolastico e mi sento in dovere di parlarne perché desidero fortemente una scuola migliore, ma di tutti,evito però di dare giudizi affrettati su esperienze che non ho mai avuto e vissuto in prima persona.
    Il fatto di dover percorrere molti km per raggiungere il posto di lavoro accomuna molti lavoratori,molti insegnanti sono disposti a stare anche a 700km da casa pur di lavorare e comunque, anche qui c’è un risvolto positivo dato dalla ricchezza e molteplicità delle esperienze,dallo scambio e dalla circolarità delle idee che in ogni caso arricchiscono tutte la professionalità non solo quelle della scuola.
    Ecco, quello che sta succedendo in questo blog ne è un esempio,ognuno di noi sta ampliato le proprie conoscenze in materia di istruzione, suppongo che l’intento di ciascuno non sia quello di destrutturare il pensiero dell’altro per annichilirlo ma quello di rimettere in moto il cosiddetto- e mi permetto di usare un termine tecnico- “pensiero ingenuo”che si ha su un argomento per far in modo che interagiscano altri concetti magari più complessi e strutturati e da ingenuo possa divenire pensiero esperto.
    La scuola ha un’unica grande colpa,quella di essere stata per anni percepita e pensata dai più lontana dalla realtà e dalla società,una scuola posizionata su una torre d’avorio.
    L’autonomia ha tentato di darle un nuovo profilo ma ormai il danno era stato fatto.

    In realtà non è stato mai così.
    Alla scuola sono state richieste soluzioni a problemi che affliggevano e affliggono tutta la società,la scuola ha risposto sempre. L’educazione civica? Tutti i giorni,tutte le ore scolastiche sono impiegate per raggiungere un unico obiettivo:contribuire alla formazione di un cittadino che sia in grado di interagire con gli altri,nel rispetto degli altri,dell’ambiente,delle regole. Ma è ovvio che se la scuola lavora su questi valori,perché di valori si parla,e poi la società (vogliamo chiamarla società civile?)ha altri obiettivi ciò che è stato fatto insieme a scuola si perde tra le pagine di un quaderno. Vogliamo andare ancor di più nello specifico?Quando ai nostri alunni chiediamo di raccogliere i ritagli delle carte buttate sul pavimento dell’aula e di cestinarli nel contenitore per la carta sanno perché è bene che si faccia.. Ma se io adulto operò con atteggiamenti nettamente opposti è ovvio che scuola e società stanno offrendo 2 modelli discordanti che non consentiranno il raggiungimento dell’obiettivo( e molti adulti sono quelli che hanno frequentato la scuola dell’educazione civica),affondo finale: se io a scuola parlo della relazionalità, del rispetto dei punti di vista dell’altro,se a scuola chiedo coerenza,se a scuola chiedo corretteza e poi altri esterni a noi tutti offrono solo incoerenza,discordanza, incongruenza , disconferma e minacce, mi spiegate la scuola a cosa serve?Questo è un misero esempio.

    A scuola non si insegna la Costituzione si insegna a leggere la Costituzione,a riflettere sulla Costituzione. Sono 2 concetti molto diversi Quanti adulti conoscono la Costituzione e la sanno argomentare?
    Chiedetelo invece a qualche ex alunno delle quinte,vi risponderà,così come vi risponderà ,argomentando,se chiedete loro cos’è la BCE o chi è Draghi o perché è importante la corte costituzionale.
    Ecco la forza della scuola, essa consente ai bambini e alle bambine l’uso del pensiero critico per argomentare,non a rispondere alle domande come perfetti soldatini.

    Andiamo ora alla faccenda dell’insegnante unico, figura ben diversa dall’insegnante prevalente e scusatemi se qui ora apro una parentesi. Ammetto che la confusione sostanziale tra i due termini la possa fare chi non sta Dentro la Scuola(il genitore,il medico,l’avvocato,il negoziante), ma se la confusione la fa chi invece sta lavorando per il decreto se permettete mi viene la pelle d’oca e l’innato istinto di mettermi le mani tra i capelli.
    Il maestro unico è il maestro che molti di noi hanno avuto. Maestri anche bravi,amanti del proprio lavoro,figure che però funzionavano per quella società,dove pc,internet e globalizzazione era termini totalmente sconosciuti.
    Immaginate oggi di affidare un vostro figlio o nipote ad un maestro unico che potrà pure essere un genio di insegnante,ma non essendo un dio non potrà avere profonde conoscenze di tutto. Non avrà potuto consolidare la sua professionalità su tutte le discipline in modo scientifico ed efficace. Porterà avanti ciò che conosce o gli piace di più per il resto farà….
    Avrei terrore nel pensare che esista un tuttologo.
    Alcuni insegnanti si sentono anche mamme di quegli alunni che hanno in cura, e molti genitori sono rasserenati per questo ,ma è il peggior danno che un docente possa fare.
    Il maestro non è nemmeno colui che “trasmette la cultura”,parola orribile e si può giustificarne l’uso solo se non si è un docente. Il maestro non deve trasmettere un bel niente,la radio e la tv trasmettono senza la pretesa che ci sia una crescita intellettiva.
    Il maestro mette in moto la cultura,legge i fatti della società e insieme al bambino li riordina ,li interpreta,li analizza, e questo utilizzando gli strumenti classici della letto scrittura e delle matematiche.
    Alcuni insegnanti è vero si sentono tuttologi, auspicano fortemente il ritorno della figura del maestro unico. Unico perché decide lui cosa,come fare,decide lui il VOTO,decide lui tutto. Vivrà una vita serena perché essendo tuttologo,non dovrà continuamente aggiornarsi e formarsi, non dovrà confrontarsi (perché è questo il problema di molti di quegli insegnanti che farebbero dietrologismo,il confronto) ,non dovrà mediare sul voto e pensare “…ma se questo alunno con il collega dà il massimo,perché con me no?
    Il mio intervento come quello precedente non vuole avere la pretesa di convincere nessuno, ma essendo amante del confronto e della circolarità delle idee ho pensato bene di aggiungere qualche altra informazione affinchè queste idee che corrono sul filo del blog possano essere maggiormente strutturate e complesse,. Vi ho risparmiato il caos organizzativo, e usiamo pure il termine ormai abusato, strutturale che ogni scuola e ogni famiglia e ogni bambino dovrà affrontare nel caso del ripristino del maestro unico.
    Questo ve lo risparmio veramente
    Grazie a tutti. Domenica Lupi
    Mi scuso dei possibili errori che troverete in questa mia esposizione

    RispondiElimina

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