Passa ai contenuti principali

L'ecomostro

L’articolo di Gloria Caioni pubblicato sul Corriere Adriatico di ieri può essere definito con una sola parola: esaustivo.
Per recuperarlo è necessario andare sull’archivio del giornale, selezionare la data di ieri e cercare la parola “Martinsicuro” o “ecomostro”.
Proprio così, non avete letto un refuso, la parola da cercare è proprio “ecomostro”. Finalmente una cosa che viene chiamata con il suo nome proprio.
Naturalmente, il soggetto è il capannone industriale costruito in zona porto con il pretestuoso scopo di essere una rimessa per attrezzature per la piccola pesca.
Perché articolo va letto? Perché vi sono riportati i pareri vergognosamente contrastanti della regione che nel 2006 ha approvato il progetto e nel 2008 attraverso il settore “Parchi, territorio, ambiente ed energia” ha definito l’opera “troppo impattante”. Perché viene riportata una disarmante dichiarazione dell’assessore Vagnoni che dice: “Stiamo agendo nel rispetto di tutte le leggi e vogliamo anche salvaguardare il diritto a pianificare il territorio” (come se pianificare fosse sinonimo di compromettere il territorio). Perché nell’articolo sono presenti tante domande a cui è piacevole dare una risposta da privato cittadino.
Una di queste domande è: “… cosa avrebbe dovuto o potuto fare la giunta comunale? Buttare giù il manufatto e gettare all’aria 500 mila euro di finanziamenti?” e questo blog non vedeva l’ora di prendersi la briga di rispondere ad una domanda come questa.
I 500 mila euro sono già stati buttati all’aria. Non c’è una bacchetta magica che possa ritrasformare il prefabbricato in denaro pubblico. L’opera è stata sbagliata e prima di costruire bisognava attendere tutti i pareri degli enti preposti. L’unica cosa da fare per ridurre i danni non è nascondere il capannone dietro siepi ed alberi (che in inverno diverrebbero il paradiso dello spacciatore) ma bloccare, smontare l’opera e costruire immediatamente dei capanni ben progettati che possano diventare un icona caratteristica di Martinsicuro.
Il danno è già stato fatto e tenersi sul groppone quell’ecomostro costerebbe molto di più di 500 mila euro a Martinsicuro, in termini di immagine conseguente svalutazione del territorio, quindi tanto vale liberarsene subito e rivalersi sui sublimi creatori del gran baraccone.

PS
Se l’opera entrerà in funzione di sicuro qualche pescatore furbacchione si prenderà la briga di piazzare un congelatore all’interno del proprio spazio ed inizierà a vendere ai turisti meno maliziosi gamberi del nord Africa appena pescati! Almeno prima si offriva una garanzia inconfutabile. Viva la genuinità! Viva i gesti che ripetono da secoli!

Commenti

  1. battute a parte anche io (che sono notoriamente quello che su questo blog pensa sempre a male)immagino che il capannone diventi il centro commerciale dei pescatori martinsicuresi.

    RispondiElimina
  2. Di ecomostro si tratta! Brava Gloria!

    RispondiElimina
  3. Vorrei dare il mio contributo alla discussiome sull'Ecomostro. Non si tratta di un'opera di interesse pubblico innanzitutto perchè riguarda una ristretta categoria di persone (i marinai di Martinsicuro proprietari delle piccole imbarcazioni che conosciamo, che credo non siano più di 50) e poi perchè non porta alcun beneficio alla collettività. Deve invece essere considerato esattamente al contrario, cioè come un qualcosa che lede l'interesse pubblico.
    Ciascuno di noi deve sentirsi toccato da un atto politico sbagliato, quello di avere autorizzato la costruzione per il timore di perdere i soldi stanziati e, peggio ancora, per evitare di aprire un nuovo contenzioso con la ditta vincitrice della gara d'appalto. La decisione di realizzare una simile struttura avrebbe dovuto essere presa valutando il rapporto costi/benefici dell'opera. E tra i costi l'impatto ambientale avrebbe dovuto avere il ruolo che non ha avuto. Il costo di questo errore ricede sulla collettività ed è ben maggiore di quanto speso per la sua realizzazione. Ciascuno di noi porta sulle proprie spalle l'onere di non potere più volgere lo sguardo verso est in quel tratto di lungomare e di non potere più ammirare lo spettacolo delle barche che prendono il largo o che rientrano dopo una giornata di pesca. Si è persa per sempre l'occasione di caratterizzare la zona come il luogo dove si conservano le antiche tradizioni marinare. Si è cancellato un pezzo di storia delle nostre genti, uno schiaffo alla memoria dei nostri padri.
    Il tentativo di rendere meno impattante il fabbricato con i paventati lavori di tinteggiatura esterna è addirittura ridicolo e, per assurdo, rappresenta palesemente la dimostrazione di essere consapevoli di avere realizzato una bruttura di cui si prova vergogna e che si tenta di nascondere.
    Assisteremo ancora una volta allo scarico di responsabilità che, per quanto mi riguarda, sono ben individuabili nella incapacità di chi governa la città. E chi vi scrive non è uno schierato, non sono un elettore dell'opposizione, sono semplicemtne un cittadino deluso.

    RispondiElimina

Posta un commento

Tutti gli utenti autori di un commento sono invitati a nominarsi con un nik name o un nome di fantasia selezionando l'opzione "Nome/URL" compilando anche solo il campo "NOME:".

Post popolari in questo blog

Vivere a Martinsicuro

Offriamo un punto di contatto a Susanna. INIZIO CITAZIONE Buonasera ho acquistato una casa a martinsicuro e mi piacerebbe conoscere un pò questa città parlando con chi ci vive e ci lavora già. Anche perchè mi sembra di capire che di "problemini" ce ne sono abbastanza. Il mare e il sole sono stupendi, il resto si può migliorare. Grazie Susanna FINE CITAZIONE

Necessario ritorno alla realtà

Un certo Sig. Vincenzo Francavilla, da tempo, a titolo di presidente del quartiere Tronto occupa intere pagine del Corriere Adriatico con dichiarazioni e osservazioni che sono cento chilometri distanti dalla realtà. Alcune precisazioni vanno doverosamente fatte per rispetto della città di Martinsicuro e per rispetto della verità. L’anziano cittadino vanta pubblicamente la qualifica di presidente di quartiere Tronto e le sue dichiarazioni lasciano intendere che siano condivise da tutti nella zona e nella città. Falso. Prima di tutto il Sig. Francavilla non è presidente di nessun quartiere, bensì si è messo a capo di un gruppetto di persone spontaneamente autoproclamatesi rappresentanti del quartiere Tronto. La città di Martinsicuro non ha ancora regolato l’esistenza di “quartieri” o “circoscrizioni” dunque non può esistere nessun presidente se non regolarmente eletto e scelto dai residenti. Fin qui non ci sarebbe nessun male. Un anziano che dedica il suo tempo alla città è da rispettare