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Archeologia alla Martinsicurese

Per realizzare un progetto bisogna avere competenze in merito altrimenti non si arriverà a nessuna conclusione.

L'ARCHEOCLUB di Martinsicuro ogni anno trova qualche simpatico diversivo per richiamare l'attenzione dei cittadini. Basta che non si parli di Truentum.

Dopo lo scavo effettuato in collina qualche stagione fa che ha riportato alla luce un sito interessantissimo dell'età del bronzo ora l'ARCHEOCLUB di Martinsicuro si sta accanendo da due stagioni sul prezioso sito archeologico di Santa Maria a Vico a Sant'Omero.

La chiesetta di Santa Maria a Vico merita di essere visitata. Situata in campagna e sufficientemente lontano dal centro abitato porta il visitatore davvero indietro nel tempo (trascurando il fatto che qualche politico sta piazzando una struttura in cemento armato pochi metri distante).

Se si ascoltano solo le notizie date dai media locali l' iniziativa sembrerebbe davvero lodevole.
Però,basta informarsi, chiedere in giro per capire che si tratta di un progetto senza prospettive.
Il presidente del ARCHEOCLUB di Martinsicuro forse non possiede i requisiti per ricoprire quel ruolo.

Forse è stato posizionato lì con “manovrine” politiche da lobby di provincia o grazie a qualche parentela con personaggi influenti. Ma questo non è un dato certo.

Il dato certo però è che organizza campi archeologici a pagamento reclutando il maggior numero di iscritti possibili per avere un budget consistente.

I partecipanti al campo archeologico però sono completamente “ignoranti” (o quasi) in materia e visto il loro gran numero sono praticamente incontrollabili e potranno solo devastare lo scavo.
Gli archeologi seri, in situazioni analoghe, lavorano in gruppi ristetti e su scavi di piccole dimensioni.

Perché i paganti vengono tutti dal nord-est Italia?
Perché non attivare uno scavo più piccolo con meno budget ma con 8-10 persone competenti e valide?
Perché prima di procedere con scavi non si procede la classificazione e inventario e incollaggio dei materiali già rinvenuti negli anni passati (fibule in bronzo, vasellame, etc..) e che sono a prendere polvere chiusi nella “Torre di Carlo V”?

Forse gli intenti sono nobili e ambiziosi però la conduzione del progetto è troppo discutibile.

L' archeologia può diventare il punto di forza del turismo martinsicurese. Non va gettato in pasto ai dilettanti. Martinsicuro non lo merita.

Commenti

  1. le cose non stanno esattamente così: sono perfettamente d'accordo con il fatto che l'archeoclub sia "mummificato" e che il suo presidente privo di iniziativa e di carisma. Durante gli scavi un appassionato di archeologia che gestisce un archeoclub dovrebbe essere il primo ad impugnare la pala e a impolverarsi le mani e le scarpe alla ricerca di reperti, mentre il buon presidente preferisce farsi vivo solo alla presenza di autorità locali alle quali china sempre la testa in segno di ossequioso rispetto.
    Ad ogni modo i ragazzi che arrivano dal resto dell'europa fanno parte del Forum Europeo dei Beni Culturali http://www.heritageforum.org/
    e sono giunti non solo dalla bulgaria, ma anche dal belgio, dalla francia e dall'inghilterra. I 250 euro che pagano sono per le spese di vitto e alloggio e per il personale che cucina loro nella scuola dove alloggiano e pulisce i locali. Il brutto è che questi ragazzi sono stati a scavare nei siti più belli d'europa e si sono ritrovati a Martinsicuro a dover affrontare negli anni passati anche un vergognoso scavo fatto nel giardino antistante il torrione Carlo V alla ricerca di una fantomatica chiesetta. Un lavoro organizzato in fretta e furia, e mal gestito dall'amministrazione comunale e dall'archeoclub: mancanza di materiale, di riferimenti, e soprattutto di organizzazione, se si pensa che i volontari del posto si dovevano in alcuni casi sostituire anche al pulmino del comune per portare i ragazzi con le proprie auto sullo scavo. Chissà cos'avranno raccontato una volta tornati a casa quei ragazzi venuti da lontano...
    e non è che fosse andata meglio a Colle di Marzio o a Santa Maria a Vico dal punto di vista logistico...
    Per il resto pare che adesso il Torrione Carlo V sia di competenza di un sovrintendente dei beni culturali di chieti, uno di quelli che scambiano il proprio ruolo di gestore del patrimonio pubblico con l'amministrazione del patrimonio proprio, e che, attaccato alla sua poltrona piena di muffa stia oltremodo rallentando i lavori per l'apertura del museo. Speriamo che la nuova amministrazione sia un pò più scaltra e meno compiacente della passata e che si riappropri di un patrimonio culturale che le è stato scippato per beghe politiche e cialtroneria amministrativa.

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