Le cose a grandi linee stanno così: sul lungomare di Martinsicuro ci sono alcuni chioschi che non hanno concessioni per l'ombreggio. In regione stanno ovviando a questo "problema" con una legge che consentirebbe anche a questi soggetti di avere una concessione provvisoria. Il PD di Martinsicuro unito a quello regionale pensa che si tratti della solita leggina a forte impulso demagogico.
L'impressione è che la storia di traffico e sottopassi stia mettendo in secondo piano problematiche urgenti e confronti politici decisamente più rilevanti.
i chioschi sulla spiaggia, anzi arenile così si chiamava la sabba dove nottetempo molti essi sono sorti, ( durante l'amministrazione Micozzi che non seppe farli cadere - in seguito il TAR li ha suggelati ) non sono stabilimenti balneari - sono meno degli alberghi e meno dei residence; il comune ha interesse a concedere in locazione anche quei tratti di spiaggia per ricavarne i giusti frutti ; si dovrebbe però bandire un concorso aperto a tutti come prevede la normativa CEE che in questi nuovi casi dovrebbe trovare diretta applicazione - non trovando applicazione il decreto milleproroghe - purtroppo , immagino che così non sarà , immaginando appunto che quelle concessioni potrebbero avere già un nome ( presto lo vedremo ) ; d'altronde il delegato al demanio - candidato sindaco in pectore o più semplicemente aspirante ( anche Costantino lo è stato ) , ebbe a dire , senza rendersi conto di quel che stava dicendo ed a chi lo stava dicendo , ( motivo valido per richiedere il ritiro delle deleghe ) che sulla spiaggia decideva lui e nessun altro ;
RispondiEliminaa questo punto due sono le cose o la spiaggia è già stata teoricamente divisa tra le varie componenti la maggioranza ovvero la divisione è avvenuta tra i diversi operatori non avendo i chioschi prelazione - anche se di fatto , per la loro presenza - potrebbe di fatto essere avvantaggiati ; ecco perchè la polemica del PD è giusta ; le cose vanno fatte alla luce del sole , nel rispetto delle regole ed in primis quelle Comunitarie ; gli aventi diritto devono concorrere alla realizzazione dell'interesse comune con pari opportunità .