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A noi

Per fortuna, ora ci pensano loro a salvare questa povera patria.

Commenti

  1. La Lega ringrazia l'ufficio-stampa più efficiente che mai abbia curato la propria propaganda mediatica.
    Contiamo sul fatto che il cosigliere Vagnoni non sia geloso.

    Dopo l'incontro di stasera (non quello istituzionale in Prefettura, ma quello informale immediatamente successivo) tornerò sull'argomento.

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  2. "I barbari sono tra noi. I barbari non arrivano da oltre confine, non sono extraterrestri, non sono gli immigrati, non sono l’uomo nero. Non sono clandestini. I barbari non si chiamano con nomi diversi. Sono dei signor Rossi, come noi. Sì, i barbari hanno nomi italiani, sono figli di questa terra. I barbari sono già qui. Per vederli, per riconoscerli, dovremmo guardarci allo specchio senza andare troppo lontano. I barbari si chiamano Cip e Ciop, a vederli non fanno paura, nemmeno ai bambini. I barbari sembrano inoffensivi. Sono a Pistoia. Ma anche a Palermo, e a Torino e a Napoli e a Milano. A Roma. Possono essere ovunque. I barbari schiaffeggiano i bambini. Rapinano, uccidono, stuprano. I barbari sono i mafiosi, i camorristi, gli 'ndranghetisti. I barbari sono quelli che sanno solo odiare anche se pensano di amare se stessi.

    I barbari si nascondo tra noi. Hanno le nostre facce, i nostri vestiti. Si confondono, non si mettono il chador. I barbari mangiano gli spaghetti e le lasagne. La pizza e le tagliatelle. Bevono vino. E festeggiano quando l’Italia vince ai mondiali. Sventolano la bandiera. I barbari vanno a messa la domenica. Pregano il nostro Dio. Fanno il presepe. E l’albero di Natale. I barbari sono i nostri vicini di casa. Credono nella famiglia. Nelle vene gli scorre il nostro stesso sangue. Fanno le corna e dicono le parolacce. Parlano la nostra lingua. La loro prima parola è stata mamma. La seconda papà. Vivono come noi. I barbari hanno passaporto italiano, votano alle elezioni, scelgono i nostri partiti. Si arrabbiano come noi. Sono di destra e di sinistra.

    I barbari sono compatrioti, conterranei, compaesani. Non sono stranieri. Sono madri e padri di famiglia. Sono nati italiani da genitori italiani. Hanno il cuore tricolore. Hanno le nostre radici, la nostra tradizione, i nostri e costumi. La nostra identità. I barbari non sono multietnici. E nemmeno multiculturali.
    I barbari non sono gli altri. I barbari siamo noi che vediamo i barbari solo negli altri."
    Una piccola meditazione... per chi ha la mente aperta.

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  3. Mi dispiace, ma se una persona vive a fondo la propria Fede e non si comporta da baciapile come usano i mafiosi, non si renderà mai protagonista della barbarie. Attenzione alla solita sociologia del tutto compreso.

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  4. I barbari vincevano. Gli altri perdevano. E della inutile retorica degli sconfitti ai barbari vincitori importava ben poco. Direi nulla.

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  5. "...i Romani stavano pesando su una bilancia l'oro che avrebbero dovuto versare al Gallo come tributo di guerra, quando qualcuno fra loro protestò perché i pesi erano truccati. Brenno allora sfoderò la sua pesante spada e la aggiunse sul piatto dei pesi (da pareggiare con oro), rendendo quindi il calcolo ancora più iniquo, ed esclamando VAE VICTIS, per significare che le condizioni di resa le dettano i vincitori sulla sola base del diritto del più forte..."

    Questa è da sempre la legge della specie umana.
    Senza questa legge si sarebbe estinta da tempo.
    Sicuramente il pianeta Terra ne avrebbe tratto giovamento (dall'estinzione umana), ma ormai ci siamo e facciamo quel che la Natura (o Chi per Lei) ci ha misteriosamente ordinato di fare stampandocelo nel DNA.
    Non è come nel calcio dove puoi fare "melina".
    E' molto più come nel rugby, dove esiste una sola alternativa alla decisione di attaccare: difendersi.

    "Historia magistra vitae". Una delle locuzioni più abusate (perchè travisata). La Storia è maestra di vita non perchè ci indica gli "errori" da non ripetere, ma perchè, al contrario, ci chiarisce il nostro destino senza soluzione di continuità. Ci dice che quegli "errori", per l'essere umano, sono la "norma". Ammonendoci a trarne le dovute conseguenze per assumere i corretti comportamenti.
    La storia del mondo umano è sempre stata la cronaca dei tentativi di una civiltà di sottometterne un'altra. E non perchè ci sono i buoni e i cattivi (come nelle favole per i bambini che sembrano ignorare che tutti i bambini crescono), ma per necessità esistenziale.

    E chiariamoci una volta per tutte.
    L'identitarista non diffida dell'altro perchè "incivile". Ma per il motivo esattamente contrario: perchè gli riconosce lo status di "civiltà".
    E quindi lo teme perchè... Historia magistra vitae.

    PS: che poi ci sia da dare una bella pulita anche ai pavimenti di casa nostra, non appena l'abbiamo resa sicura... su questo non ci piove.
    Ma è roba in sè accessoria nella storia delle civiltà, almeno fin quando non contribuisce a destrutturare il sistema immunitario della civiltà stessa (come spesso, tra l'altro, accaduto).

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  6. Mi piacerebbe proprio sapere chi coltiva l'inutile retorica. La storia cammina sulle gambe degli uomini. E mi permetto di aggiungere sulle gambe dei grandi uomini, di quelli, per intenderci, cha hanno saputo sconfiggere la barbarie e con essa la mediocrità. Il resto è fuffa...

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  7. L'inutile retorica era riferita soprattutto all'intervento precedente il tuo. Soprattutto ma non solo, poichè anche nel tuo sintetico asserto un pizzico di quella retorica era comunque ravvisabile. Sicuramente nel tuo ultimo intervento c'è una grande verità ("...La storia cammina sulle gambe degli uomini...") e una grande menzogna ("...sulle gambe dei grandi uomini...che hanno saputo sconfiggere la barbarie..."). Vorrei sapere io, invece, chi sono questi grandi uomini che hanno cambiato in meglio il corso della Storia, senza venirne travolti o addirittura strumentalizzati in senso opposto a quel che predicavano. Due esempi su tutti: Gesù Cristo e Mohandas Gandhi.
    E comunque, per ogni esempio - comunque discutibile - che puoi citare tu, io te ne posso contrapporre un centinaio sicuramente indiscutibili.
    L'Uomo non è un semplice "bird". Fra i "bird" l'Uomo è "eagle".

    Hai uno strano concetto di "fuffa".
    Infine, visto il modo in cui l'hai posta ("Il resto è fuffa"), oserei aggiungere: tutto il resto è stupidità.
    Bada: non sono parole mie!

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  8. Del resto, la popolazione Italiana è attualmente nella maggioranza di origine Cristiana. Questa popolazione a civiltà occidentale abita da diversi millenni la nostra penisola; ben poco è rimasto della civiltà delle genti precristiane. L'origine degli Italiani attuali parte essenzialmente da elementi di quegli stessi popoli che costituiscono e costituirono il tessuto perennemente vivo dell'Europa.

    È una leggenda l'apporto culturale di masse ingenti di uomini in tempi storici. Dopo l'invasione dei Longobardi non ci sono stati in Italia altri notevoli movimenti di popoli capaci di influenzare la fisionomia culturale della nazione. Da ciò deriva che, mentre per altre nazioni europee la composizione culturale è variata notevolmente in tempi anche moderni, per l'Italia, nelle sue grandi linee, la cultura di oggi è la stessa di quella che era mille anni fa: i sessanta milioni d'Italiani di oggi rimontano quindi nella assoluta maggioranza a famiglie che abitano l'Italia da almeno un millennio.

    E' tempo che gli Italiani si proclamino francamente identitaristi. Tutta l'opera che finora ha fatto il Governo in Italia è in fondo volto alla difesa dell'identità culturale. Frequentissimo è stato sempre nei discorsi del Premier il richiamo ai concetti della cultura occidentale. La questione dell'integrazione in Italia deve essere trattata da un punto di vista puramente culturale, senza intenzioni filosofiche o religiose.
    Questo non vuole dire però introdurre in Italia le teorie "teocon" come sono o affermare che gli Italiani e gli americani sono la stessa cosa. Ma vuole soltanto additare agli Italiani un modello di tradizioni e soprattutto di cultura che per i suoi caratteri puramente europei si stacca completamente da tutte le civiltà non occidentali, questo vuol dire elevare l'italiano ad un ideale di superiore coscienza di se stesso e di maggiore responsabilità.

    Questa non è retorica. Torniamo ad essere padroni a casa nostra!

    Buona Padania a tutti

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  9. Ecco, vi ci vorrebbe un bel sito dove scrivere tutte queste edificanti teorie. Per cortesia, non fatelo più qui. Il blog è padrone a casa sua. Grazie.

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  10. Premesso: l'ultimo anonimo prima del padrone di casa è persona diversa dall'anonimo immediatamente precedente (lo scrivente). Io non ci ho mai messo di mezzo il Governo (men che meno la Padania), e quando l'ho fatto non sono stato di certo tenero nei suoi confronti.
    Detto questo, non posso fare a meno di notare che il padrone di casa parla al plurale per cui, pur con i dovuti distinguo, l'invito è rivolto anche a me.
    Forse il problema non ci sarebbe stato se si fosse evitata l'ormai evidente ipocrisia del sottotitolo del blog. Molto più semplicemente, se uno a casa propria non ci vuole chiunque, basta evitare di mettere il cartello "tutti invitati", identificare quelli che chiedono l'accesso e dir loro, poi: "Tu sì, tu no". Oppure dire a tutti: "E' benvenuto chiunque... la pensi in un certo modo". Che poi significa libertà dialettica sui metodi, ma non sul merito. Tutto il resto è, appunto, ipocrisia. E anche faziosità. Come nell'episodio del "lucchettaggio". Anche lì per causa "padana".

    Forse siete un po' troppo presi dall'ansia di voler riprendere in mano la baracca, dalla piccolina su, su, fino al palazzone. Per cui, ora che pensate "tocchi a voi", chiunque provi a rompere lo schema "una volta a te, l'altra a me" viene visto come fumo negli occhi. "Berluskaz è finito, Chiodi quasi, Catarra li seguirà in sorte, Di Salvatore ci pensa comunque per conto suo. Adesso tocca a noi...". In fin dei conti ve lo auguro, così non potrete dire: "Noi avremmo fatto diversamente".

    Mi stia bene e mi faccia bene. Comunque me lo auguro. Magari la ricetta giusta ce l'avete davvero. E ve lo riconoscerei, nel caso. Saluti.

    PS: le teorie non si dividono in edificanti o meno. Sono realistiche oppure campate in aria. Le prime si discutono, anche animatamente. Le seconde si distruggono, anche con poche parole.

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  11. Questo blog è uno spazio privato. Punto. In anni di post sono ormai qualche migliaio i commenti degli utenti. Ci sono stati commenti di ogni sorta, ma sempre rispettosi del principio di uguaglianza. La nostra è una società di pari che si confrontano e discutono, ovvero una cosa molto diversa da un gruppo di individui che cercano di elevarsi al grado di cittadini di serie A.
    Non è in nessun caso tollerato lo sdoganamento del razzismo o della semplice discriminazione sociale. La rete e grande e chi non ama questa linea può andare ad esprimersi altrove, ci saranno di certo milioni di persone che sapranno apprezzare. Non sono gradite nuove repliche nazional-socialiste. La porta è chiusa.

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  12. Perfetto! Esauriente ed esaustivo! Come il titolo (nazional-socialista) di questa discussione. Che certo non ho messo io! E la relativa presentazione. Che certo non ho fatto io!

    E' vero! C'è qui si eleva al grado della serie A. Di chi cioè può dire qualsiasi cosa degli altri senza concedere diritto di replica, perchè "questa è casa mia". O quanto meno, concedere tale diritto solo se gradito al padrone di casa.
    E poi parlate di onestà intellettuale! Voi!

    Tenetevi il vostro brodo.
    Buona cottura.

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  13. e io che pensavo che questi pistolotti di propedeudica al pensiero leghista non finissero mai

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  14. Nessuno (o quasi) si è accorto che il commento che termina con "Buona Padania a tutti" non è il solito ululato popolusta della Lega Nord bensì un finto commento scritto apposta da me ed estratto dalla rivista fascista "La Difesa della Razza" (primo numero prima pagina) del 1938.

    E' bastato sostituire qualche parola con qualche altra per mascherare il manifesto dell'ideologia razzista con quella proposta attualmente dagli attuali autoproclamati salvatori della patria (italiana, padana o terrona non è dato sapere).

    I padani, dopo essersi alleati con chi fino a qualche anno fa ritenevano un mafioso, stanno per introdurre modifiche gravissime al sistema giudiziario che, oltre a garantire l'impunità del mafioso di cui sopra, probabilmente permetteranno di farla franca anche agli stessi delinquenti di strada che tanto vigorosamente sul territorio affermano di voler contrastare.

    Amici Martinsicuresi stiamo attenti: questi non sono soltanto i soliti politicanti in cerca di voti e di poltrone, questi qui vogliono reintrodurre col tempo quelle idee nefaste che sono state lavate via dalla storia attraverso il sangue dei nostri eroi. E mi riferisco agli eroi veri, non agli stallieri di Arcore.

    Un caro saluto

    Alain De Carolis

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  15. Anonimo (cioè io) ha scritto: "...E anche faziosità. Come nell'episodio del "lucchettaggio". Anche lì per causa "padana"..."

    Alain De Carolis ha scritto: "...Nessuno (o quasi) si è accorto..."

    Il "quasi" è da intendersi rivolto a chi?
    1) Una sola persona (il sottoscritto).
    2) Una sola persona (l'amministratore del blog).
    3) Due o più persone (nei due il sottoscritto e l'amministratore del blog).

    Il caso 1) configura una "colpa". Succede.
    I casi 2) e 3) configurano un "dolo". Dimostrerebbero senza ombra di dubbio la veridicità del mio giudizio qui riportato.

    Mai avrei pensato di chiudere con un: grazie Alain.

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  16. Gibo, lascia perdere il vocabolo "pensare". Nel caso specifico è propedeutico a qualcosa che non ti compete. Per accessibilità.
    E poi tu non eri quello che: "...mi ero pure scordato che a martinsicuro c'era la lega..."?
    O trattasi di omonimia?

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