Qualche settimana fa sui giornali locali è stato dato ampio risalto alla sentenza in primo grado riguardante il contenzioso generato dall'esproprio della zona Franchi avvenuto nel 1981. Sembrava, in un primo momento, che la sentenza condannasse il comune di Martinsicuro al pagamento immediato della somma di 1 milione e 440 euro circa.
Poi, all'improvviso la mattina seguente al consiglio Comunale, la bolla di sapone è esplosa. Il debito, prima milionario, si aggirerebbe secondo una stima più realistica, intorno agli ottocentomila euro ed inoltre, la sentenza di primo grado, che condannava il comune al pagamento è stata sospesa grazie all'opposizione alla sentenza presentata dall'amministrazione Maoloni.
Lo sbandierare una sentenza (che era già stata emessa da tempo), il rinvio del consiglio comunale e le dichiarazioni sui giornali sono state una montatura costruita ad arte.
Perché? Per poter fare in modo che il consiglio approvasse l'accantonamento, in via preliminare, di 240 mila euro (giustificato come futuro risarcimento destinato alla famiglia Franchi), permettendo all'amministrazione di ottenere momentaneamente una situazione di bilancio sotto molti aspetti più favorevole di come lo sia in realtà.
Quindi il sindaco ha dimenticato di scrivere nelle linee programmatiche di mandato che aveva intenzione di “dopare” il bilancio per regalare poi all'opinione pubblica una situazione economica difforme dalla realtà.
Il sindaco ha fatto leva sull'ignoranza in materia di alcuni membri del consiglio Comunale per applicare arbitrariamente la propria strategia. É facile influire sul giudizio di un consigliere quando gli si mette di fronte lo spettro di un debito alla quale la città non potrebbe far fronte.
Meglio aggirare da lontano le difficoltà. Meglio lasciare i problemi del presente alle prossime generazioni, infondo deve essere la stessa cosa che ha pensato il sindaco Vallese (attuale segretario di FI) in carica nel 1981, quando con una spregiudicata gestione delle concessioni edilizie ha distrutto gran parte delle potenzialità di sviluppo del settore turistico a favore della speculazione immobiliare.
Grazie agli amministratori del passato per aver usato la città come il proprio orto. Grazie agli amministratori del presente per aver dimostrato di non voler cambiare.
Poi, all'improvviso la mattina seguente al consiglio Comunale, la bolla di sapone è esplosa. Il debito, prima milionario, si aggirerebbe secondo una stima più realistica, intorno agli ottocentomila euro ed inoltre, la sentenza di primo grado, che condannava il comune al pagamento è stata sospesa grazie all'opposizione alla sentenza presentata dall'amministrazione Maoloni.
Lo sbandierare una sentenza (che era già stata emessa da tempo), il rinvio del consiglio comunale e le dichiarazioni sui giornali sono state una montatura costruita ad arte.
Perché? Per poter fare in modo che il consiglio approvasse l'accantonamento, in via preliminare, di 240 mila euro (giustificato come futuro risarcimento destinato alla famiglia Franchi), permettendo all'amministrazione di ottenere momentaneamente una situazione di bilancio sotto molti aspetti più favorevole di come lo sia in realtà.
Quindi il sindaco ha dimenticato di scrivere nelle linee programmatiche di mandato che aveva intenzione di “dopare” il bilancio per regalare poi all'opinione pubblica una situazione economica difforme dalla realtà.
Il sindaco ha fatto leva sull'ignoranza in materia di alcuni membri del consiglio Comunale per applicare arbitrariamente la propria strategia. É facile influire sul giudizio di un consigliere quando gli si mette di fronte lo spettro di un debito alla quale la città non potrebbe far fronte.
Meglio aggirare da lontano le difficoltà. Meglio lasciare i problemi del presente alle prossime generazioni, infondo deve essere la stessa cosa che ha pensato il sindaco Vallese (attuale segretario di FI) in carica nel 1981, quando con una spregiudicata gestione delle concessioni edilizie ha distrutto gran parte delle potenzialità di sviluppo del settore turistico a favore della speculazione immobiliare.
Grazie agli amministratori del passato per aver usato la città come il proprio orto. Grazie agli amministratori del presente per aver dimostrato di non voler cambiare.
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