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Perché Martinsicuro è ancora in piedi

Premessa:
La chiesa in Italia non è separabile dallo stato e dagli italiani. Non lo è per la storia e non lo è per convenienza. Una sorta si simbiosi di cui gli italiani di oggi farebbero volentieri a meno. Martinsicuro non ha mai fatto eccezione.
La parrocchia per la città è stata, in passato, il punto di riferimento, l' esempio da seguire, il luogo di aggregazione e condivisione. Il vero cuore pulsante della città.


Il blog si prende la libertà di raccontare un po' di storia recente.

Erano i primi anni ottanta e Martinsicuro cercava ancora di uscire dagli anni settanta della feroce speculazione edilizia che la rese una specie di cassaforte per investimenti immobiliari di affaristi di poco conto e amministratori impazienti di rispondere solo a se stessi.
Le amministrazioni dell'epoca non rivolsero mai nessuna iniziativa tangibile e forte rivolta a creare un' identità cittadina. Insomma, per anni Martinsicuro è stata la periferia di una città che non c'era. Le nuove generazioni si trovarono a dover crescere senza punti di riferimento esterni al nucleo familiare.
La droga (come sempre accade in situazioni di degrado sociale) entrò nelle case dei martinsicuresi in modo massiccio. Molte vite andarono perse e la serenità di molte famiglie distrutta o compromessa per sempre.
Poi dalla seconda metà degli anni ottanta è accaduto ciò che forse ha salvato Martinsicuro. La parrocchia è tornata ad aggregare, unire, coinvolgere, proporre, interessare. Un uomo fece la differenza. Un vice parroco che all'inizio non prometteva nulla di buono. Timido e taciturno. Poi, forse per via del suo ruolo, forse la voglia di creare un'alternativa all'idea di comunità imposta dal parroco o semplicemente per via del suo talento che aveva bisogno di esprimersi, iniziò una vera e propria opera di ricostruzione di un tessuto sociale.
Divenne in pochi anni un punto di riferimento, un esempio da seguire, il promotore delle idee dei giovani che intorno a lui divennero prima numerosi, poi una vera moltitudine.
I giovani, in quegli anni hanno parlato, hanno confrontato le loro idee, si sono sentiti uniti, si sono sentiti parte di un unica realtà.
Una sola persona è bastata ad invertire la tendenza. Ha creato ciò che mancava. Ha individuato il problema e proposto un'alternativa efficace. L'esempio vivente che le cose possono cambiare se esiste la voglia di farlo, se si ha il coraggio di credere nelle proprie idee.
Dopo anni di indimenticabile permanenza il vice parroco è stato premiato riuscendo ad ottenere il ruolo di parroco presso una nuova parrocchia poco distante.
Ma dopo quegli anni la parrocchia (che fino a poco fa era l'unica a Martinsicuro) è tornata ad essere fine a se stessa se non inutile. Si è inabissata di nuovo tra processioni, padri pii, organi a canne e quartieri con nomi di santi. Tutto il contrario di ciò per cui un'intera generazione ha lavorato.
Nulla è andato perso. In molti hanno assistito e sono stati i protagonisti di un periodo di certo irripetibile ma che ha lasciato in loro la voglia di credere in se stessi.

PS
chiunque volesse raccontare in questo blog un frammento di storia martinsicurese può scrivere a:
martinsicurocity@gmail.com

Commenti

  1. ....anche perchè i giovani fanno casino, sono troppo vivaci e hanno dalla loro la forza, la voglia di fare......meglio disperderli...una santa processione, con rispetto per i devoti, è molto più tranquilla.

    Fra le cazzate del momento; bella quella di vendere ed intestare il nome delle vie civiche all'acquirente come nei banchi delle chiese, non me ne voglia l'autore (forse preso da un momento di esaltazione), posso proporre come passo successivo di rimappare la città dividendola in feudi fino a ricreare un modello di città mediovale....va a finire che a forza di sparare cazzate alla fine ci scappa un'idea geniale!

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