Quando tutti avranno finito di dire ovvietà affatto consolanti sull' ultimo tragico fatto di cronaca martinsicuese sarebbe il caso di mettersi a tavolino, alzare la testa e decidere di scoprire se abbiamo ancora una dignità.
Offriamo un punto di contatto a Susanna. INIZIO CITAZIONE Buonasera ho acquistato una casa a martinsicuro e mi piacerebbe conoscere un pò questa città parlando con chi ci vive e ci lavora già. Anche perchè mi sembra di capire che di "problemini" ce ne sono abbastanza. Il mare e il sole sono stupendi, il resto si può migliorare. Grazie Susanna FINE CITAZIONE
ho letto certe robe... meglio far finta di niente
RispondiEliminaSalve,
RispondiEliminaparto proprio dall'ultima frase: "meglio far finta di niente".
E se fosse questo il problema?
Oltre a esserci appiattiti su questa linea di condotta, abbiamo preso un'altro brutto vizio e cioé che è sempre colpa dell'altro.
Spero che non sia vero quello che alcuni giornali hanno riportato in merito alle dichiarazioni dei genitori del ragazzo morto.
Se in giro ci sono persone che per 50 euro vendono la morte, è anche vero che ci sono persone disposte ad acquistare e consumarla "la morte".
Quindi invece di perderci dando la colpa all'altro, ASSUMIAMOCI le nostre responsabilità iniziando a SMETTERLA di "far finta di niente".
Una domanda: ma è proprio necessario che le farmacie abbiano il distributore di siringhe?
Come vedete ogni cosa aiuta, tutto tranne NOI ADULTI che con la nostra ignavia ci rendiamo complici del degrado sociale, civile e territoriale del nostro paese.
http://www.bandieragialla.it/node/3548
RispondiEliminaio dicevo meglio stare zitti per non mettermi a parlare delle dichiarazioni penose di politici e giornalisti. sono una persona che non si è mai girata dell'altra parte.
RispondiEliminasicuramente mi sbaglio ma ci ho visto opportunismo.
Ho preso in prestito la tua affermazione per riflettere sulla condizione di molti che invece preferiscono girarsi dall'altra parte. Il fatto che tu intervenga con le tue opinioni è un chiaro segnale che almeno ti preoccupi di quello che accade.
RispondiEliminaMi sono letto la relazione segnalata sopra (bandiera gialla) e la trovo interessante. Alla fine parla di un flusso maggiore verso le farmacie e se pensiamo che le siringhe vengono vendute a 1 euro l'una, fatevi due conti e pensate a quanto ci tengano i farmacisti affinché le cose rimangano in questo modo.
RispondiEliminaQuando parlavo dell'ignavia di noi adulti mi riferivo anche a questo e al fatto che molte situazioni o realtà nascono o accadono solo per interessi finanziari, l'interesse per la collettività è un pallido ricordo, ma di questi tempi potrebbe tornare utile per evitare conflitti sociali. Quardate il Papa con la sua enciclica: saranno in 4 ad ascoltarlo ma lui è sempre un passo avanti.
Credo che il problema della droga non verrà mai risolto perchè è una occasione troppo ghiotta sia per la mafia (profitti) che per la politica (demagogica ricerca di consenso) e ritengo che in Italia queste due realtà vadano a braccetto quando non sono addirittura la stessa cosa.
RispondiEliminaRabbrividisco nel leggere le opinioni di adulti che propongono lo stop alle vendite di sirighe pensando così di risolvere il problema.
E' un pò come quando il Papa propone agli Africani che muoino come mosche per via dell'AIDS di non usare più il preservativo.
La lotta alla droga (anzi la guerra alla droga) è figlia di una campagna iniziata in occidente da Ronald Reagan e ha miseramente FALLITO.
Risultati migliori hanno portato e continuano a portare le politiche antiproibizioniste che incentrano la loro azione sulla RIDUZIONE DEL DANNO.
Bisogna accettare un male minore per evitare il male maggiore. Questo è il punto.
Tutto il resto è fuffa, dogma o squallida demagogia.
Ariecco lo spinello di stato di pannelliana memoria. Giovane il ponte tra new york e martinsicuro è molto lungo, non credo che i tuoi miseri argomenti cripto anarcoidi possano aiutare a costruirlo.
RispondiEliminaL'ultimo commento mette in evidenza un'altro problema: l'uso limitato della ragione.
RispondiEliminaIl Papa e la disinformazione che se ne è fatto sono la stessa cosa della leggerezza con cui Alain ha liquidato il discorso della vendita delle siringhe. Io non ho mai proferito la parola divieto, ma ho messo in evidenza che in questo paese, ma anche in molti altri, è tutto predisposto a rendere la pratica della tossicodipendenza il più facile possibile: lo spacciatore indisturbato, la facile disponibilità delle siringhe, luoghi tranquilli dove bucarsi e morire. Alternative? Nessuna.
Sarebbe stupido pensare di eliminare problemi come droga e prostituzione, ma quello che dico io, in perfetto accordo con il pensiero del Papa, è che non devo SOLAMENTE curare il malato nel miglior modo possibile, ma devo ANCHE provare a non farlo ammalare.
Altrimenti smettiamola di piangere lacrime di coccodrillo quando un ragazzo di 19 anni muore SOLO COME UN CANE AD UN PASSO DALLE NOSTRE CASE!
Per ultimo commento intendo quello di Alain... tanto per precisare.
RispondiEliminaCerto, il problema droga non verrà mai debellato per i vari motivi opportunistici che sappiamo....Ma io ancora mi chiedo come questi ragazzi che hanno la conoscenza, la ratio di quello che la droga è e quello che causa continuino non a "cascarci", ma a "cercarsela" che secondo me è diverso. Mentre scrivo mi tremano le mani, perchè guarda caso vengo da una famiglia che ha il triste primato di aver avuto tra i suoi componenti il primo drogato di Martinsicuro. Perchè quando ero piccola ricordo benissimo delle porte chiuse a chiave per difenderci dallo zio che rientrava fatto, ubriaco,di tutti quiei "zitti bambini,non rispondete, non facciamogli sentire che siamo in casa...", delle liti con i nonni per i soldi al piano di sotto, degli urli perchè li picchiava, dell'arrivo delle ambulanze quando si tagliava le vene, del sangue, dei carabinieri...E noi bambini spettatori inermi di tanto spettacolo. Forse,oggi mi viene da dire, nemmeno tanto protetti dai nostri genitori di fronte a questa disgrazia...
RispondiEliminaIo credevo che questa esperienza rendesse immuni...Io queste cose le dico ai miei figli, nel modo più crudo possibile sperando che le elaborino nel modo giusto...Ma quando un altro componente di questa disgraziata famiglia se ne va per lo stesso motivo che a noi ha traumatizzato così tanto nel tempo, mi chiedo a cosa serve mettere in guardia, avvisare, cercare di far capire ai nostri ragazzi ciò che è sbagliato....
Mi permetto di intervenire dopo aver letto le molteplici riflessioni.
RispondiEliminaPremetto che non conosco il ragazzo di cui parlate né la sua famiglia, quindi la mia vuole essere solo un contributo.
Penso che si stia perdendo il senso reale del problema. Se la questione si risolve con la chiusura dei distributori automatici di siringhe ( e penso che la cosa fu pensata per risolvere altri problemi AIDS), con la lettura dell’enciclica ( che comunque dovremmo leggere tutti .credenti e non) o con la legalizzazione delle droghe penso che tutti potremmo affermare che la risoluzione sia ad un passo.
Non è così in realtà.
Forse bisognerebbe spostare l’attenzione sulla prima Istituzione educativa che è la famiglia.
Non è che forse negli ultimi anni la famiglia ( e per famiglia intendo anche il senso più ampio del termine)ha abbandonato, per sua scelta consapevole o meno, ciò che le compete per diritto e per dovere?
I ragazzi hanno bisogno di Regole,di sentirsi dire di no, di riferimenti certi, reali e leali,hanno bisogno di leaders positivi che mostrino loro la strada.
La mia posizione non la inquadrate in nessun cliché di stampo cattolico, né per cortesia tacciatelo di revisionismo. E’ una riflessione fredda, severa ma con fondamenti di ricerca fatte sul territorio.
Non ricerchiamo i motivi (colpe)e le cause all’esterno, rintracciamole dentro di noi e poi dentro le nostre famiglie…qualcosa da migliorare ognuno di noi troverà sicuramente.
Sulla questione AIDS, ricordo le polemiche
RispondiEliminalette sui giornali quando pochi mesi fa',
in occasione del viaggio in Camerun e Angola
(17-23 Marzo 2009) Benedetto XVI è stato
criticato per aver detto dei preservativi ...
o meglio aveva detto (più o meno) che con i preservativi
non si lotta contro l'AIDS. Ritengo che Benedetto XVI
ha ragione. Naturalmente il suo discorso non
si fermava qui, anzi era propositivo ...
ma questo i giornali non lo riportavano perchè
si sa', è di moda attaccare la Chiesa e soprattutto
la Chiesa Cattolica. Solo a tittolo di esempio
riporto il testo di un articolo del presidente
di Caritas internationalis, Il cardinale Maradiaga:
- L'uso del preservativo non impedisce affatto la diffusione
del contagio dell'Aids. Lo dice l'esperienza. Nel mio Paese,
l'Honduras, sono stati distribuiti gratuitamente preservativi
per vent'anni, e l'epidemia è aumentata.
Mentre in un caso come quello dell'Uganda,
dove la Chiesa, insieme a molte associazioni, ong e al governo,
ha lanciato una campagna di educazione sessuale, il risultato è
stato un contenimento della diffusione del virus -.
Aggiungo che in Africa più che di
preservativi c'è bisogno di acqua, cibo, fogne, igiene, medicine,
in sostanza c'è bisogno che tutto il mondo ricco
si metta a lavoro con i poveri e a casa dei poveri
per far si che essi possano scegliere di rimanere
nella loro terra.
Leggendo le parole di Lilla mi tornano in mente le chiacchierate fatte con il direttore della Caritas di SBT il quale ha vissuto sulla sua pelle certi argomenti e mi raccontava di quanti casi affronta ogni giorno. Conosce bene la realtà di Martinsicuro tanto che tra poche settimane verrà aperto un centro Caritas anche nel nostro paese e cosa + importante un centro di ascolto.
RispondiEliminaASCOLTO, una pratica importantissima per aiutare chi della droga è schiavo e lo è per la mancanza anche di quello che ha detto Anonimo, ma anche di amore e della difficoltà che i drogati hanno nel conviverci e dimostrarlo.
Se andate a leggere l'articolo che MCity ci propone, leggerete di una distribuzione di siringhe fatte da persone e non da macchine. Io non sono un "talebano" della religione cristiana, ma sono convinto che l'intervento diretto di una persona sia molto più incisivo nella risoluzione di un disagio che riguarda un'altra persona.
I distributori automatici fanno solo arricchire e non risolvono un bel nulla.
Rimango convinto che la prevenzione sia ancora l'unica cura, informatevi su quanti drogati sono guariti completamente, quanti sono riusciti a tornare ad una vita "normale", quanti si sono sentiti di nuovo amati da una società che li ha marchiati a vita: pochissimi, molti, dopo esere usciti dai centri di recupero, sono morti per overdose. Un drogato è una sconfitta per ogni società, è un problema grave per le famiglie che devono affrontare, di solito da sole, quello che Lilla ci ha descritto.
Ma per quale motivo spendiamo tanti soldi, tante parole, tanti convegni per parlare di come curare il drogato e non ci preoccupiamo minimamente di come ridimensionare e prevenire il fenomeno prima che accada, i ragazzi non sono degli stupidi, ma sono molto fragili e mancano di prospettive che noi adulti non sappiamo più proporre e tantomeno rendere credibili.
La droga è solo la punta dell'iceberg, vogliamo parlare dell'alcol? Quanti ragazzini si ubriacano ogni giorno, fumano spinelli, ecc. Ma veramente pensate che tutto questo si possa chiamare libertà? Felicità? Ditelo a Eugenio e a chi come lui si ritrova solo su un panchina con una siringa nel braccio e che magari piangendo si chiede perché nessuno si trova li a dirgli fermati, io ti voglio bene.
Scusate ma sono troppo incavolato...
i ragazzi non hanno bisogno di leaders come scrive qualcuno qui sopra. di capi branco ne hanno pure troppi in tutti gli ambienti che già frequntano. in famiglia ragazzi devono essere e sentirsi liberi. dopo sta noi adulti proporre dei modelli di comportamento che se vorranno potranno seguire. i giovani possono anche cadere in tentazione e farsi qualche canna o bere di brutto ma se i punti di riferimento che gli abbiamo offerto sono solidi state pur certi che non perderanno mai la strada e dopo aver provato avranno ben chiaro cosa è meglio fare per la loro felicità.
RispondiEliminaquando parlavo di leaders mi riferivo a quelli intra-familiari. Il problema è proprio questo,che all'interno della famiglia non esiste più un capo carismatico,che sappia dare e ricevere fiducia.
RispondiEliminaOltre ai report della CARITAS - citati da M.C.sarebbe anche utile leggere quelli della COSETUR
Sono andato sul sito, ma non trovo notizie utili, mi dai altre indicazioni? Grazie.
RispondiEliminaposso citare un passaggio dell'intervento dell'assistente sociale della COSETUR " molte famiglie locali richiedono ogni genere di nostro intervento, di contro gli stranieri si rivolgono a noi essenzialmente per informazioni burocratiche e non hanno bisogno del nostro intervento perchè al loro interno non ci sono conflitti"
RispondiEliminaSpesso certe informazioni non passano sui siti, ma in convegni dove tutti possono partecipare.
Vogliamo citare anche l'intervento del dott. Di Giminiani (SERT)"le dipendenze non sono solo tossicodipendenze, stiamo curando comunque anche nonni tossicodipendenti,persone che dipendono dall'alcool, dagli psicofarmaci e negli ultimi tempi dal gioco, dal sesso, ecc...
Ci sarebbe anche un altro intervento di un altro dottore che opera con i giovani e con i genitori ma mi dilungherei troppo.
Non oso commentare oltre, penso che un minimo di riflessione dovremmo farla.